venerdì 6 giugno 2014

6.4) Riviste e rotocalcografia

"Quando Feridun aveva espresso il proprio disappunto per queste storielle da rotocalco "

(Cap. 70, pag 446)




Originariamente il rotocalco era una tecnica di stampa,la rotocalcografia, introdotta negli anni trenta del XX secolo. La nuova tecnica consentì di ottenere migliori risultati nella stampa delle immagini a colori infatti in poco tempo l'editoria a larga diffusione se ne impossessò; tutte le riviste popolari (romanzi, fotoromanzi, cinema) vennero stampate a rotocalco ed è per questo motivo che, dagli anni Cinquanta, il termine "rotocalco" è diventato sinonimo di rivista popolare a larga diffusione.





LA ROTOCALCOGRAFIA


La Rotocalcografia è un procedimento di stampa rotativo derivato dalla calcografia, nel quale gli incavi di una forma metallica di rame vengono riempiti di inchiostro, la superficie viene pulita e quindi l’inchiostro passa sul foglio di carta per la stampa. Fu ideata dal boemo K. Klietsch (1895).


La forma inchiostrata cede direttamente l'inchiostro, al supporto da stampare, pressata da un rullo rivestito da uno spesso strato di caucciù o gomma. La forma inchiostrata è costituita da un rullo metallico coperto da un sottile strato di rame su cui si incide il soggetto da stampare. Le aree incise vengono inchiostrate da un calamaio (a volte dotato di rullo inchiostratore) e l'eccesso di inchiostro viene rimosso da una lama detta racla.

La forma di stampa può essere incisa con 4 sistemi variando la superficie delle cellette o la loro profondità 
 consentendo la riproduzione di varie tonalità. I 4 sistemi sono:
  • convenzionale: stessa superficie delle cellette, profondità diverse;
  • autotipica: la superficie delle cellette varia, invece la loro profondità è uguale;
  • semiautotipica: superficie delle cellette e la loro profondità variano, l'incisione avviene con una punta di diamante.
  • laser: l'incisione avviene tramite dei raggi laser.




APPROFONDIMENTO: 

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